Mangiamo piatti che contengono olio extra vergine d’oliva al 99%

25 novembre 2015

“Certamente l’olio extra vergine d’oliva Italiano è una delle punte di diamante del patrimonio nazionale” afferma Marco Parillo, giovane chef campano. Dall’esperienza con Ferran Adria alle colline toscane. Fast food o slow food? “Modi diversi di fare ristorazione”

Il casale del Mare è un relais di campagna situato sulle bellissime colline di Castiglioncello,

una struttura che si dedica alla produzione biologica di vino ed olio (Fortulla) e che presta notevole attenzione ad una ristorazione di alta qualità con prodotti biologici provenienti dal proprio orto e selezione dei migliori pesci nostrani.

A dirigere la brigata di cucina è Marco Parillo giovane chef campano.

Ci racconta come nella sua carriera fatta di molte esperienze in terra iberica e collaborazioni con il grande Ferran Adria, l’olio extra vergine di oliva sia, da sempre, di fondamentale importanza.

– il mondo della ristorazione si sta dividendo. C’è chi cucina e chi “elabora”. Quale futuro per la cucina italiana? Tutti cuochi o tutti chef?

Secondo me c’è una consapevolezza maggiore da parte di tutti.

I media spingono sempre di più su programmi e confronti in televisione,siamo sicuramente sotto i riflettori come non mai. Non si sta dividendo la ristorazione ma bisogna solamente prendere atto che questa è in tremenda evoluzione. Andando avanti con questi ritmi e queste prospettive il futuro lo vedo molto interessante ed ambizioso.

Approfitto di questa domanda per ricordare a tutti che la differenza tra Cuoco e Chef non è nient’altro che una differenza di lingue, quindi niente paura Cuochi!

– fast food e slow food sono davvero modelli alternativi? C’è una terza via?

Il primo è un modo di fare ristorazione, il secondo è un Presidio nato e coltivato in Italia e nel mondo. Rimangono sempre modi diversi di fare ristorazione. Sono fiducioso sul futuro in quanto ci sarà sempre più consapevolezza nel fare le cose “fatte per bene”.

– Oscar Farinetti ha recentemente affermato che l’olio extra vergine d’oliva è il cibo che più rappresenta l’Italia. Per lei qual’è il cibo che ci rappresenta di più?

Certamente l’olio extra vergine d’oliva Italiano è una delle punte di diamante del patrimonio nazionale. Avendo avuto la possibilità di fare esperienze professionali all’estero è stato più facile toccare e percepire quante di queste “punte – eccellenze“ possediamo.

Senza stare ad elencare una svariata lista da nord a sud è sufficiente affermare che in Italia abbiamo un microclima e una storia che si confermano patrimonio eno-gastronomico del Mondo. Spetta a noi del settore lavorare per la salvaguardia e la tutela di questa immensa cultura.

– il vino si beve e l’olio si mangia. E’ questa la ragione del successo del vino e delle difficoltà dell’olio d’oliva?

Vino e olio sono due ingredienti diversi, tutti e due si meritano la stessa dignità. Beviamo vino mangiando piatti che contengono olio extra vergine d’oliva al 99%.

Nella mia cucina metto anche il restante 1% perché spesso lo adopero anche per i dolci.

– da nord a sud l’Italia è uno scrigno di biodiversità agricola e agroalimentare. Solo testimonianze di un passato che non c’è più o anche prospettive di un futuro che non c’è ancora?

Per fortuna la nostra biodiversità esiste ancora; anzi grazie alla sensibilità di moltissimi operatori riusciamo a lavorare e coltivare sempre più prodotti originali, autentici, veri. In merito alle nostre eccellenze agroalimentari abbiamo abbiamo una grande responsabilità e sicuramente avremo sempre qualcosa da dover migliorare.

di Marco Provinciali